Pylon – A lament


(Roxx Records)
Nuovo disco in studio anche per gli elvetici Pylon che si ripresentano ai nastri di partenza a ben due anni dal precedente “Homo Homini Lupus”, con un'ennesima prova discografica che, nonostante i buoni presupposti, non cambierà il destino artistico di una band che, nonostante la defezione del vocalist Jordan Cutajar in favore del chitarrista Matt Brand, è riuscita ancora una volta a catturare quella particolare magia, quell'alone oscuro, carico di enfasi magmatica, che dimostra ancora una volta la propria devozione per quel sound tanto caro ad epigoni come Candlemass, Solitude Aeturnus, Memory Garden ed Altar of Oblivion.
Quindi nessun progresso a livello puramente compositivo o stilistico, questo è sicuramente il più grande complimento che si può fare a questa formazione, che mette ancora una volta in risalto il suo forte legame ad una concezione religiosa, di natura volutamente cristiana, grazie a liriche che fanno di brani dal piglio epico come “Desolation Is Divine”, “The Day After The War” o “Lazarus”, dei classici del genere.
(Beppe Diana)
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