Sainvosen – Soul Season (Noise Records, 1997)


Musicisti dall'enorme potenziale rimasti purtroppo ancorati ad una posizione defilata, e questo non per demeriti propri, i Sanvoisen vanno sicuramente annoverati fra le migliori realtà partorite della scena prog metal mittle europea degli anni novanta, andandosi ad affiancare a mostri sacri come Elegy e Conception, anche se il suono sul quale vertono entrambi i dischi rilasciati dai nostri prima dello split prematuro, mostrano una band fortemente debitrice nei confronti di una tradizione di scuola prettamente americana,  anche perchè l'abilità strumentale prima, e la duttilità del loro versante compositivo poi, li pongono sullo stesso piano dei maestri Queensryche e Fates Warning.
Soprattutto per quel che concerne il loro secondo sigillo ufficiale “Soul season”, che presenta una formazione più coesa e determinata rispetto al debutto “Exotic Ways” di qualche anno prima, qui alle prese con soluzioni musicali che limitano al minimo le “forzature” progressive degli esordi, lasciandosi andare a fraseggi dal retrogusto tradizionale, che disegnano arrembanti soluzioni dal forte retaggio power metal, per un suono si intricato, ma pur sempre melodico.
Ne scaturisce un lavoro ottimamente bilanciato nella sua forma/canzone nel quale, naturalmente, le chitarre della coppia formata dal mastermind Hendrik Böttcher e dal suo degno alter ego Angel Schönbrunn, cesellano una cascata di note che si incastrano alla perfezione come all'interno di un ipotetico mosaico dai colori sgargianti che conducono ad episodi come l'opener “Spirits” intrisa di soluzioni al limite del techno-thrash metal, la successiva “Mind Wars”, e la strabordante “Aganist the fear” vicine a soluzioni power metal, o la sensazionale “Broken Silence” intrisa di sensazioni ed umori dal vago sentore jazz, baciata da un'interpretazione magistrale ad opera del singer Vagelis Maranis.
Purtroppo dopo il tour si supporto al disco come opening act di Saxon ed Urriah Heep, ed un promo del 2000 con il solo Angel Schönbrunn come unico mentore del progetto, la band ha fatto perdere le sue tracce lasciando ai fan quell'amaro in bocca che solo un clamoroso come back ufficiale riuscirebbe a mitigare.
Capolavoro!!!
(Beppe Diana)
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