Salem's Wych - Betrayer of Kings


Imperscrutabili!!! Si, i Salem's Wych vanno sicuramente annoverati fra le formazioni più oscure e misteriose partorite dalla scena metal americana degli anni ottanta, e questo non solo per le poche informazioni fatte trapelare sul trascorso artistico di una formazione che, grazie proprio al fascino arcano tramandato dal loro unico, fino a momento, disco “Betrayer of kings”, hanno ampiamente dimostrato ai posteri d'aver lasciato ben più di un semplice rimpianto.
Ma per fortuna nulla è andato perso per sempre, anche perchè, a quanto pare, la formazione è tornata a farsi sentire negli ultimi anni e, nonostante la tragica scomaprsa del proprio vocalist, si dice pronta a rituffarsi a capofitto nella mischia. Sarà veramente il 2018 l'anno per il come back ufficiale della band? Lo chiediamo al nostro interlocutore Mark Gast.

Intervista a cura di Beppe Diana



Ciao Mark e grazie di cuore per il prezioso tempo che ci stai dedicando, la prima domanda è anche la più scontata, cosa puoi dirci sullo stato attuale della band, siete ancora attivi o come successo più volte in passato, avete messo il progetto in stand-by? 
Ciao ragazzi e grazie a voi. Siamo ancora vivi. Attualmente sto lavorando a stretto contatto con Bill Neff su del nuovo materiale e stiamo pianificando come pubblicare il materiale più vecchio della band. Quindi si, siamo vivi e stiamo andando avanti con i lavori.

Nonostante siano passati molti anni dall'ultima vostra release ufficiale, mi sembra di capire che il nome dei Salem's Wych è continuato a circolare con sempre più insistenza in abito underground, tutto questo interesse mai sopito ti rende orgoglioso o in qualche modo ti pesa?  
Sono molto fiero e felice che cosi' tante persone e fans si ricordino dei Salem's Wych.
Quando, due anni fa, abbiamo suonato al Ragnarock Fest di Chicago, abbiamo incontrato molte persone che venivano dai posti piu' disparati come l'Australia, la Germania ed il Messico, che erano appositamente li per vederci suonare, così come molti sono arrivati da tutti gli Stati Uniti.
Non posso spiegare quanto questo abbia significato sia per me che per la band, siamo eternamente riconoscenti per il supporto dei nostri fans.

Si, anche perchè le emozioni che continua ad elargire il vostro album di debutto, sono sempre inarrestabili...
Penso che dopo 30 anni la magia stia nel fatto che “Betrayer of Kings” non venne realizzato per soldi o per essere parte di qualche trend, ma piuttosto per essere fedeli a ciò che volevamo sentire noi come fan del metal, volevamo solo registrare un grande disco, e lo abbiamo fatto.
Abbiamo suonato quello che sentivamo dentro noi, la passione e l'amore per il metal.
Al tempo, l'obbiettivo era solo quello di far uscire la miglior musica possibile. Era l'unica cosa importante. Devi essere onesto riguardo a chi sei e credere in ciò che fai.

Facendo alcuni passi indietro nella tua giovinezza, che cosa ricordi di quelle sessioni di registrazione, del tempo speso in studio e delle emozioni che hai provato all'epoca... 
Abbiamo registrato le basi dei brani allo studio di John Zilke, per poi spostarci nel seminterrato dei Dungeon Master Studio per finire le vocals, gli assoli di chitarra ed il mixing.
Era tutto molto grezzo e noi eravamo nuovi nel mondo delle registrazioni, a parte per le due sessioni per le demo fatte ad Indianapolis ai TCR Studios.
Il budget era solo di poche migliaia di dollari ed al tempo non era molto per un giorno di registrazioni su nastro analogico. C'era molto lavoro e ci siamo dati da fare, anche se non è stato molto affascinante.
Penso che le sensazioni e l'integrità della nostra musica vengano mostrate da tutte le limitazioni, in termini di produzione, di quel periodo o, almeno, mi piace pensare che sia cosi'.
Ci abbiamo messo 3 mesi per registrare, durante quel periodo eravamo cosi' presi che non avevamo neanche tempo di pensare.
Quando abbiamo finito il tutto, eravamo molto fieri di noi stessi, anche se le ultime settimane sono state una vera e propria gara per finire il disco in tempo, visto che qualcun'altro sarebbe venuto in studio dopo di noi e volevamo rispettare le scadenze, per essere pronti per la release di Halloween.

Trovo che i testi del disco abbiano un certo flavour medievale abbastanza accentuato, anche se ho letto on line che le basi delle metriche hanno una certa concretezza di fondo, è vero? Cosa puoi dirci delle liriche di capolavori come la title track e “Hail To The Queen”, due delle composizioni migliori del lotto?
Well, ho scritto i testi del brano “Betrayer of Kings” in risposta a quelli che vedevo come i nuovi ricchi degli anni 80 che, semplicemente, impazzivano comprando case e macchine costosissime mentre tutti gli altri erano in difficoltà economica.
Penso che scrivere quei pensieri usando termini come “Re” e “medioevo” abbia fatto diventare il brano un po' più interessante, almeno per me. Visto quello che stava succedendo al tempo, ho pensato che fosse una buona idea mettere tutto in chiave metal per far capire il concetto che sono i ricchi a far le regole e che prima o poi qualcuno avrebbe tradito il Re, o i Re, nella speranza di “catturarlo” in qualche modo.
Nel testo c'erano anche risvolti religiosi visto che sono stato cresciuto in una scuola cristiana e, per così dire, stavo spiegando le ali per uscire dal pensiero che mi era stato inculcato cercando, invece, di pensare da solo, come singolo individuo.
“Hail To The Queen” parla invece di una ragazza che conoscevo e che pensava di comandare il mondo. Aveva genitori ricchi ma sapeva che un giorno il mondo sarebbe cambiato e sarebbe arrivato qualcuno piu' giovane e piu' ricco che l'avrebbe spodestata dal suo trono.

Cosa puoi dirci della Metal War records che si era occupata della pubblicazione del vostro disco?Voi come membri della band avete ancora qualche copia originale del disco? 
Originariamente la Metal War era di proprietà di altre persone, ora il proprietario sono io, ma quando l'album venne pubblicato noi eravamo parte integrante di questa etichetta indipendente.
Ho visto che ci sono copie online in vendita a prezzi molto alti, io ne ho qualcuna.
So che puoi trovarne ancora in giro, anche se non è semplice.

Provenire da una zona decentrata come il Michigan per una metal band come quella vostra non fu certo facile, dico bene? 
Invece sbagli, perchè avere un folto seguito in Michigan è stato piuttosto semplice: eravamo gli unici che, al tempo, suonavano metal nella nostra zona, le altre band erano più orientate verso l'hair rock o l'alternative in stile The Cure.
Avevamo la nostra audience locale che ci ha aiutato con il passaparola ad arrivare sempre più lontano in paesi come Canada, Europa e Giappone.
Non è stata una cosa immediata come succede oggi, ma nel giro di sei mesi abbiamo cominciato a ricevere posta dall'Europa (la più numerosa) e dal Giappone così come, se ricordo bene, da Messico, America Centrale, Sud America e Russia.

Quale fu l'accoglienza riservata ai Salems Wych? 
Negli anni 80 le riviste e le fanzines sono state fantastiche, ci hanno aiutato veramente tanto a spargere la voce. Rock Rag in particolare. Poi avevamo anche fatto alcune interviste per riveste d'oltreoceano, a quei tempi molte riviste europee, sud americane ed asiatiche ci chiedevano interviste. Oggi invece ci teniamo in contatto con i fan grazie a Facebook e anche per email. E' fantastico come la nostra musica sia ancora così apprezzata dai fans in tutto il mondo. Questa e' veramente la cosa piu' importante e bella per me.

Sulla rete ci sono pochissime foto pubbliche della band, le uniche che ho visto vi ritraggono in atteggiamenti a la “denim and leather”, era proprio questa l'impressione che volevate dare di voi stessi?
Eravamo una band orientata sullo stile jeans e chiodo di pelle. Agli inizi, per un po' di tempo, qualcuno ebbe la grandiosa idea di usare gli spandex, ma non duro' molto. Eravamo solo un gruppo grintoso che sembrava una band europea alle orecchie di quelli che ci vedevano e sentivano.
Infatti, in una recensione dopo un live show, scrissero che eravamo una delle migliori band europee del tempo, ahahhha.
Noi pensammo fosse molto divertente e lo prendemmo anche come un bel complimento. Soprattutto perchè molte band che piacevano a noi venivano proprio dal Regno Unito e dalla Germania.

Un altro fattore molto importante è sicuramente l'opera di artwork della copertina, chi è l'autore di quell'opera così misteriosa e ricca di fascino? 
Murriel Wilcox ha disegnato la copertina. Disegnava i serbatoi della Harley Davidson e altre cose molto cool, quindi gli abbiamo chiesto se fosse interessata a dipingere l'immagine del nostro disco, ed ha subito accettato senza nessuna remora.
A casa ho ancora il disegno originale che fece. Mi piace molto la cover e penso che il castello con il teschio fosse antecedente ai tempi di He-Man e della saga dei cartoons.
E' divertente come io all'epoca non avessi mai visto in vita mia le montagne, proprio come quelle che trovi sulla copertina del disco. Ora vivo a Los Angeles, e quando guardo fuori e le vedo, mi sembrano veramente quelle disegnate nella cover.

Molti tuoi colleghi mi hanno raccontato che le esibizioni live della vostra band erano davvero bene eseguie e ottimamente strutturate, tu invece cosa ricordi? 
Yeah, on stage noi cercavamo di tirare fuori il meglio del nostro sound live cercando di mettere, nella musica, tutta la nostra energia. Ron e Tommy scorrazzavano su tutto il palco, mentre io, Bill e Keith mantenevamo alto il volume del suono ed aggiungevamo il nostro tocco. Eravamo una macchina ben rodata on stage, ogni volta che suonavamo molte persone venivano a farci i complimenti e ci dicevano che avevano assistito ad un grande show.

Avete supportato qualche band di punta della scena metal americana dell'epoca?
Si, abbiamo aperto per diverse band nel periodo Salem's Wych. Il primo è stato per il tour di “Trilogy” di Yngwie Malmsteen, poi con diverse incarnazioni per i WASP ed alcuni altri e più recentemente nei festival con molte grandi band degli anni ottanta.

Dopo il primo split della band, musicalmente parlando che cosa avete combinato? Siete rimasti attivi all'interno della scena metal dell'epoca? 
Per quanto alcuni membri siano rimasti attivi nella musica, io mi sono trasferito a Los Angeles, dove ho suonato in diverse band compresi i Raging Storm. Ho anche composto musica per uno show televisivo per alcuni anni, per spot pubblicitari e qualche canzone per dei film.
Bill Neff ha suonato in alcune band che facevano musica originale, ma non sono sicuro se abbia mai registrato qualcosa. Keith Jann ha suonato molto, fino ad inizio anni 2000, con una death metal band di nome Hexx. Ron Johnson ha suonato con diverse band ma non mi risulta abbia mai registrato o pubblicato qualcosa.

Visto che il vinile originale costa parecchio e non è nemmeno facile da trovare, non tanto quanto il bootleg d'indubbia provenienza, non avete mai pensato di ristampare il disco sia in vinile che in cd? Non credi che sia giunta l'ora di rimasterizzare le vecchie registrazioni?
Abbiamo ricevuto molte offerte per ristampare l'album: siamo molto interessati,  ma vorremmo che la nuova release contenesse più materiale. Vorremmo aggiungere alcune registrazioni live, qualche demo, cambiare leggermente la copertina, così che, chi possiede una copia dell'Lp originale, possa avere qualcosa di “nuovo” da ascoltare. So che accadrà presto, ma  non so precisamente quando e per chi.

Domanda delicata, se dovessi volgere uno sguardo al tuo trascorso artistico, pensi di avere più rimpianti o più nostalgia? 
Nessun rimpianto. A posteriori, ci si rende sempre conto di quello che si sarebbe potuto fare in modo differente o migliore. Negli anni ottanta avrei voluto trasferire la band nell'area di San Francisco, avrei voluto concentrarmi maggiormente su Europa e Giappone.... tante cose.
Ma ho la speranza che avremo presto un'opportunità per fare al meglio il prossimo passo. Alcune delle persone che abbiamo incontrato sono diventati nostri amici e sono fans tutt'ora: cose che non cambierei mai.

Per un cinquantenne attempato come Mark Guest che cosa significa suonare heavy metal nel 2018?
Heavy Metal vuol dire atteggiamento aggressivo, essere ribelli e vivere ai margini della società. Vuol dire fregarsene se alla maggior parte delle persone non piace la tua musica.
Ma è certo che quei pochi che in questa musica ci si ritrovano sono come una tribù, che condivide la passione per la musica che ama e che si diverte ascoltando tonante heavy metal.
Personalmente seguo alcune nuove bands anche se continuo a preferire quelle degli 80s ed alcune che sono arrivate dopo. Apprezzo anche le uscite che si ispirano pesantemente agli anni 80 e sono felice di vedere band come Metallica, Megadeth, Exodus, Testament ed Accept tornare alle loro radici sonore.

Avendo l'opportunità di scrutare in un'ipotetica sfera di cristallo, cosa vedi nel futuro dei Salems Wych?
Ci sarà un nuovo LP, ma non ho ancora una data, anzi non voglio dire nulla per scaramanzia. Stiamo cercando il cantante giusto da quando Ron Johnson è morto, siamo certi che avremo un nuovo album e sarà fedele alle nostre radici anni '80. Le otto canzoni completate non sono ancora state registrate, ma quello che abbiamo scritto è il naturale proseguimento di “Betrayers..”. Saremo sempre fedeli ai nostri fan e alla nostra musica.

Ok ti lascio campo libero per i saluti finali...
Vorrei ringraziare tutti i fans per il loro supporto, non vedo l'ora di farvi ascoltare il nuovo album dei Salem's Wych, pubblicarlo e e suonare live per voi. Grazie a tutti perché credete in noi. Sappiate che non vi tradiremo mai.



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