Alzheimer - No more war


Mai dire mai!!! E si, ci sono voluti ben tre anni per avere l'intervista che andrete a leggere, e questo non per colpa del nostro interlocutore, ma soprattutto perchè gli altri ragazzi della band  contattati, si sono dimostrati poco propensi, leggasi pure skazzati, di riportare alla memoria le gesta e l'operato di questa storica formazione siciliana.
Quindi devo tributare un grosso ringraziamento all'amico Antonio Arcidiacono che, invece, si è mostrato molto esaustivo nelle sue risposte.
Se non la prima, sicuramente una delle prime formazioni tricolori ad imbastire un discorso compositivo a metà strada fra locuzioni classic metal ed accenti tipicamente progressivi, gli Alzeimer, con base operativa nell'hinterland siracusano, seppero mettere in mostra, in poco più di un decennio, e nell'arco di ben quattro demo tape, una crescita esponenziale ed una maturazione che, a ben vedere, lasciava trasparire un futuro roseo che invece si troncò sul più bello....

Intervista raccolta da: Beppe Diana


Ciao Anto e grazie di cuore per il tempo prezioso che ci stai volendo dedicare, iniziamo dagli albori, in che maniera hai conosciuto il resto della band, come è nata l'idea di mettere su un gruppo metal? Era la prima vera esperienza musicale per tutti i membri del gruppo, o qualcuno di voi aveva già suonato con qualche altra formazione rock del periodo?
Ciao Beppe, dunque l'idea di mettere in piedi una band heavy è nata dalla passione in comune per questo tipo di musica.
All'epoca i gruppi che ascoltavamo erano Iron Maiden, Metallica, Queensryche, Megadeth, Slayer, tanto per far capire le nostre influenze iniziali.
Grazie ad alcune coincidenze siamo riusciti ad incontrarci e a focalizzare su questo progetto. Avevamo tutti avuto esperienze musicali tranne Giuseppe il cantante.
Io e il batterista Michele suonavamo già insieme in un gruppo che oggi si chiamerebbe "Cover band", all'epoca "Gruppo da piazza". Una volta ci si campava alla grande.
In realtà io non facevo parte del progetto iniziale, mi ero limitato a fare da catalizzatore ma dopo un paio di prove entrai nella band col ruolo di bassista. Avevo già in attivo una demo tape heavy metal in qualità di polistrumentista "bimbo prodigio" (14 anni) con lo speudonimo di "Angel King"; nome che tenni anche all'interno del gruppo. Ciro aveva militato in gruppi musicali rock, mai heavy.
Unendo le nostre esperienze venne fuori quel tipo di sound.
Ricordo indimenticabile i nostri primi brani: Seek and Destroy (Metallica), The four horsemen Metallica), Hallowed be thy name (Iron Maiden). Potrei suonare questi brani anche adesso a distanza di più di vent'anni!

Toglimi una curiosità, ma che cosa legava quattro giovani metallari a quella sorte di processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali conosciuto come Morbo di Alzheimer? Per caso qualcuno nella band era uno studente di medicina?
Dopo qualche settimana di prove serviva un nome. Appena rientrato da scuola (all'epica avevo 15 anni), mi telefonò Giuseppe "Ho trovato un nome bellissimo in un libro di medicina di mio padre!!!", come giustamente hai intuito c'era lo zampino di un medico, il padre di Peppe appunto. ALZHEIMER, parola tedesca ma noi decidemmo per pronunciarla all'americana "Alzeimer".
Purtroppo questa bruttissima malattia divenne tristemente famosa, così decidemmo nell'ultimo nostro lavoro di far cadere l'"h", così che il nostro ultimo lavoro uscì col nome "Alzeimer".

Comunque il primo demo omonimo non tarda ad arrivare, due brani che, sebbene registrati in maniera del tutto deficitaria su di uno preistorico quattro piste, mette in evidenza le ottime potenzialità della band alle prese con un metal classico d’impostazione inglese e....
... anche un pò americano. E si... 4 tracce a cassetta, senza un fonico vero e proprio, dentro il nostro garage, con strumentazione "che era quella che era". Diciamo che non mancarono apprezzamenti sia positivi che non. Ma noi vivevamo per quel sogno, chi poteva scalfirci?
Da tenere in considerazione che ciò avvenne dopo davvero poche settimane di prove.

Come mai decideste di assumere quei soprannomi così bizzarri? So benissimo che tutti i vecchi lettori di "HM" te lo vorrebbero chiedere, ma Slatanic di Ciro era un tributo agli Slayer o no?
Adottammo i soprannomi perchè in quel periodo andava di moda. Io tenni il nome d'arte che avevo già "Angel King", Giuseppe quello più bizzarro tra noi Josh Christe, Michael Young ha semplicemente inglesizzato il suo vero nome e cognome (con un pò di fantasia), Per quel che riguarda Slatanic di Ciro... ebbene si, si tratta proprio di quello che hai appena detto, un omaggio agli Slayer.
Fin dal suo primo step ufficiale, gli Alzheimer vengono seguiti da un piccolo management gestito dall'amico Gabriele Raiti che, in poco tempo, diventa il centro focale di tutte le attività promozionali della band, dico bene?
Dici benissimo. Gabriele che aveva seguito il mio precedente progetto solista, promuoveva attraverso i suoi 1000 contatti la band. Lui ed altri suoi amici (nostri guru di quel periodo per quel che riguarda il metal), gestivano anche una fanzine dal nome METALMANIA.

Qualche mese più tardi arriva addirittura il secondo lavoro "Life's goig to die" che, sin dall'iniziale rivisitazione di "No more war" apparsa giù sul primo demo, mette ben chiaro in evidenza la crescita esponenziale e qualitativa del vostro gruppo, espediente che mi lascia pensare al gran lavoro a livello si song writing a cui siete andati incontro in un lasso di tempo piuttosto ridotto, quante ore al giorno provavate per ottenere la giusta coesione di gruppo?
Come ho già detto: noi vivevamo per quello. Io unico minorenne, andavo a scuola, Ciro e Giuseppe all'università, Michele lavorava.
Quando si poteva ci si vedeva tutti i giorni per non meno di 2 ore. Mai guardato l'orologio per la fretta di andare via. Di week-end senza prove non ho ricordo, ma noi volevamo questo. Poi magari si usciva insieme per un panino, niente di che. Pensa che non reputavamo opportuno neppure cambiarci, tanto a noi interessava solo stare insieme e parlare dei nostri progetti musicali, di chi ci fosse intorno... Poco importava.

Comunque gran parte del merito va ascritto sicuramente alla produzione di quel secondo lavoro, curato da tutta la band in sole venti ore nei celeberrimi Pick up studio si Catania, uno dei pochi dotati di un sedici piste ultra professionale, almeno per l'epoca, che ricordi hai di quelle sessioni di registrazione?
A rotta di collo!!! I soldi da destinare alle registrazioni non erano molti, spesso qualcuno li anticipava per gli altri e poi si provvedeva a risanare il debito.
Già, il pick-up studio era uno dei pochi che a costi abbordabili, ti dava un prodotto "dignitoso".
C'è da tenere in considerazione che parliamo di Catania nel 1987! Non c'era tanta cultura in campo metal.
Ci aiutò molto Alberto Penzin degli Schizo, grande onore averlo avuto in studio.

In che maniera nacquero brani come le splendide "Endless", "Nightshadows", ma soprattutto la toccante "Follow the life" dedicata all'amico scomparso James Music?
Inizio a parlare di "Follow the life", canzone che ci venne ispirata dal cuore. James Music, un giovanissimo americano arruolato nei marines che in quel periodo era qui per assolvere il suo servizio di leva nella base N.A.T.O. di Sigonella, ci frequantava da un pò. Suonava la chitarra, aveva una KRAMER, chitarra che sia Ciro che io (quando passai alla chitarra) comprammo. In una sera d'estate se ne andò preso in pieno da un tir con la sua autovettura. Ricordo che un paio di giorni dopo la sua morte ci trovavamo in sala prove insieme un pò tristi, qualcuno iniziò ad arpeggiare, Giuseppe iniziìò a cantarci sopra... Allora l'ideonona! Parliamo di James e del suo destino, ma non scriviamo una canzone tediosa e triste, mettiamo una parte veloce con le cose belle della vita! Così nacque il pezzo.
Tutti i nostri primi brani hanno uno sfondo "buono" e propositivo. Alzeimer parla di un gruppo di amici che si mette insieme per fare musica. "Alzeimer for you" non è quello che tutti pensavano all'epoca un AUGURIO di malattia... Ma semplicemente, ECCOCI! SIAMO QUI PER VOI! Così come Endless, senza fine... seguire le passioni finchè c'è voglia. Anche Nightshadows, notte viussuta al 100% ma senza eccessi.

Un suono professionale come detto, che avvicinava sensibilmente la band ad icone artistiche del calibro di Queensryche, Fates Warning ma anche ai Crimson Glory, grazie soprattutto alle modulazioni vocali di un Giuseppe Brancato dotato di un'estensione veramente esagerata e dal taglio melodrammatico...
Già, la voce molto particolare di Giuseppe ha dato tanto al nostro sound. Voce non rauca, anzi pulitissima e quasi lirica capace di arrivare "ovunque". Questo non avere avuto limitazioni di tal genere, ha molto giovato alla creatività dei brani.

Il riconoscimento a livello nazionale non tarda ad arrivare, soprattutto nei  confronti di Ciro vengono spese splendide parole se non ricordo male..
Ricordi bene. Ciro è riuscito a studiare da autodidatta raggiungendo ottimi risultati. Niente video didattici su youtube, niente guitar coach, niente di niente...solo grande forza di volontà e ore sullo strumento. Bene o male tutti i componenti della band si sono sempre distinti per talento.

Con il nuovo lavoro anche la line up della band ha dei piccoli stravolgimenti col tuo passaggio alla chitarra , e di un session drummer come Salvatore Brancato che sostituisce per un breve periodo il vostro Michele Caruso alle prese con il servizio di leva.
Si, Salvo Brancato fratello di Giuseppe Brancato, nonchè mio compagno di banco delle superiori, suonò per un anno nei vari concerti. Salvo non studiava da molto, ma si è fece valere alla grandissima! Suona tutt'ora ed è un portento!
Purtroppo i bassisti in quegli anni erano una "merce" rara e più di una volta mi trovai a rifare dietro front e rimpugnare il basso per la mancanza fisica del musicista, abbiamo provato e cambiato davvero tantissimi bassisti, mentre il mio grande amore era la chitarra che spesso dovevo abbandonare.

Dunque Alzheimer, Aes, Schizo, Incinerator e Nuclear Simphony, com'era all'epoca la scena heavy metal in Sicilia vista con gli occhi di un giovane musicista?
Loro erano bravi ed esperienti. Quando potevo andavo ai loro concerti. Erano grandi, io 15 anni... Uno stimolo non indifferente per tutti noi che stavamo nascendo.

Dopo un lungo periodo ricco di soddisfazioni personali, arriva il momento del piccolo capolavoro "Inutility of Existence" terzo lavoro e terzo fondamentale step discografico per la band che, ancora una volta, sorprende per maturità compositiva, tecnica e feeling, qualità che, se si escludono i Moon of Steel, all'epoca ben poche formazioni in Italia potevano vantare, dico bene?
Del terzo lavoro, cioè "Inutility of existence" posso parlare da persona che ha vissuto solo marginalmente l'esperienza. Arrivò il momento che per motivi universitari io dovetti per un paio d'anni andare a vivere a Bologna. Malgrado avessi partecipato alla realizzazione primoridale dei brani, non entrai in studio per quell'occaione. Ma fui uno dei primi ad ascoltare il prodotto, davvero strepitoso!

Personalità, credo sia veramente questa la chiave di lettura del nuovo arrivato, cinque brani che, accanto alla componente metallica, pur sempre all'origine di ognuno dei brani inclusi, porta con se quel germe progressivo in un'epoca veramente non sospetta, fra cambi di tempo e d'atmosfera che si susseguono in maniera inarrestabile, non credi che "Inutility..." sia stato un lavoro "troppo" avanti nel tempo, pubblicato in un periodo in cui molti qui da noi, giocavano ad imitare i Metallica e compagnia itinerante?
Voglia di nuovo, di seguire nuove strade. Cercare di rifarsi ad altri maestri come i Fates Warning, e anche di sfoggiare la tecnica acquisita dopo anni di studio e prove insieme.
Nel frattempo eravamo cresciuti, ci intendevamo di sound e sapevamo quello che volevamo e come doveva essere il prodotto finito.
Probabimente i tempi non erano maturi per quel genere così articolato e tecnico. Da tenere presente che i Dream Teather non c'erano nemmeno.

Si devo darti ragione, anche perchè, ascoltando con attenzione i brani, devo dire che, dopo quasi venti anni, suonano ancora dannatamente moderni, tu che ne pensi?
Da "Inutility... " in poi l'impatto sonoro era ormai maturo. Avevamo tutti competenze e strumenti musicali professionali. Come ho già detto c'è sempre stato un grandissimo affiatamento tra noi della band (e tutti quelli che a giro sono stati con noi), era normale quel suono così intenso.

Puoi parlarci di piccoli gioielli come "Dying Words", "Last Nightmare" e "Dying Words"?
Ogni nostro brano è nato in sala e con tutti presenti. Nessuno mai ha portato un pezzo già finito. Un riff di chitarra, un giro di basso, una piccola melodia o anche un semplice tempo di batteria "dispari".
Piccoli punti di partenza che venivano sviluppati insieme. Giuseppe si occupava dei testi.
Spesso li completava un paio di minuti prima delle registrazioni di voce in studio.

Senti Anto, solo una precisazione, ma è mai possibile che, con delle qualità compositive di questa portata, mai nessuna casa discografica si sia fatta avanti per proporvi un contratto discografico?
Il metal in italia è sempre stato considerato spazzatura. Ricordo che nel periodo di "Inutility" la band partecipò ad un concorso molto importante per gruppi musicali a Milano. Contestualmente ci partecipai anch'io con un altro gruppo musicale (parliamo del periodo in cui ci fu una pausa tra me e gli Alzeimer) con un brano di musica pop-rock. Gli Alzeimer furono eliminati immediatamente, e mi dispiacque davvero tanto. A momenti stavano per chiamare un esorcista..
Con la mia pop-rock band arrivai in semifinale, per poi vedere trionfare una lagnossissima canzone cantata da qualche raccomandato.
Dunque confermo, a parte qualche "carogna" che voleva zanzare soldi a dei ragazzini molto dotati ma provinciali, nessun contratto serio.

Ed arriviamo a "New world!?" il vostro quarto lavoro in dieci anni di intensa attività musicale, un lavoro che, almeno io, non sono riuscito ad ascoltare, anche se porto ben impressa la recensione di "Metal Shock" che parlava di brani come "Living Together" impreziosita da un'autentica battaglia di assoli, e della mini suite "Dream or reality" che, addirittura, occupava il lato B del demo, ce ne parleresti?
Mi ricordo che la preparazione dei brani fu minuziosa in tutti gli aspetti tranne che per i testi che nascevano in studio. Registrammo usando gli ultimi ritrovati tecnologici in uno studio stupendo sempre a Catania.
Dream of reality fu il primo brano che componemmo per quella nuova era, dato che io ero tornato nella band più volenteroso che mai. "Suoniamo il 21 minuti!", così lo chiamavamo, dato che fino a poche ore prima delle registrazioni non aveva ancora titolo.
Che dire... Tutto strepitoso, Gli assoli furono preparati con grande gusto, e suonati in un unica soluzione dato che gli insert su nastro molto spesso riuscivano male. Io e Ciro non eravamo invidiosi l'uno dell'altro, ci siamo sempre aiutati, e fatto tutto da fratelli.
Arricchimmo tutto con chitarre acustiche e tastiere (suonate da me).
Purtroppo posso dire solo che ebbimo tantissime soddisfazioni dalle critiche ma la cosa non portò a niente di solido.

Altra curiosità, all'epoca si parlò di un forte interessamento della Underground Symphony di Novi Ligure che voleva portarvi all'interno del suo rooster, cosa c'è di vero in tutto questo?
Purtroppo non ricordo molto di questo episodio. Sicuramente come detto nella mia precedente risposta niente di concreto.

Si, anche perchè nonostante l'accoglienza trionfale, "New world!?" rappresenta il vero canto del cigno per gli Alzheimer, non a caso il vocalist abbandona la band per seguire Bruno Rubino nei Fiaba, e....
Non è proprio così. La collaborazione coi Fiaba era già cominciata. La cosa non dava "conflitti d'interesse" anche perchè anch'io suonavo coi Fiaba insieme a Peppe, ho registrato i 2 primi dischi e scritto canzoni per questo meraviglioso e magico gruppo di cui si potrebbe parlare per mesi...
Diciamo che ci fu una specie di "moria" derivata da tanti fattori non per ultimo lo sconforto per il mancato riscontro da parte di case discografiche. Io lasciai per primo la band che pochi mesi dopo e un paio di live non suonò più.

Qualche anno più tardi anche Michele Caruso assieme ad Andrea Quartarone degli Ydra ed Arabesque, ritorna on the road assieme ai Nowhere, invece il nostro Antonio Arcidiacono che cosa combina a livello puramente musicale?
Io sono l'unico della band che fa il musicista di mestiere. Purtroppo ho dovuto abbandonare la musica metal per fare altro. Oltre al progetto Fiaba mi sono dedicato alla composizione di brani che hanno avuto riscontro internazionale di... "tutt'altro genere" (non aggiungo altro).
Ciro Incontro oltre a fare l'insegnante suona in una formazione metal sempre in provincia di Siracusa in cui canta il buon Peppe.

Ok, capisco, ma guardandoti indietro, pensi di avere più nostalgia o rimpianti? Se ti fosse data la classica seconda occasione, pensi che rifaresti di nuovo tutto daccapo?
Ovviamente siamo cresciuti tantissimo insieme. Noi eravamo tutto: Amici, fratelli, confidenti, complici. Suonare negli Alzeimer è stata un'esperienza fantastica.

A cuore sereno e con l'esperienza che hai maturato in tutti questi anni, pensi che la posizione geografica della nostra Sicilia abbia in qualche modo gravato sull'ascesa nell'olimpo dei nomi che contano per gli Alzheimer?
Questo è stato uno dei fattori penalizzanti in assoluto. Per farci vedere "al nord" dovevamo fare troppa strada, nei locali della nostra zona non girano così tanti talent scout. Proprio non potevamo trasferirci tutti a Milano, capitale incontrastata della musica, ognuno di noi aveva la propria vita. Abbiamo giocato le nostre carte così, suonando tanto dal vivo, registrando prodotti da spedire ad addetti ai lavori ma mai rischiato più di tanto. C'est la vie...

Altra curiosità, chi è il proprietario dei master dei vostri demo? Se ci fosse un’etichetta interessata alla pubblicazione del vostro materiale, con chi dovrebbe avere a che fare?
I master sono nostri, da pochi giorni tutti i brani sono in rete nei migliori on line-store. Chiunque volesse stampare su supporto fisico non ha che da contattare chiunque di noi.

Ok, siamo veramente alla fine, ti lascio carta bianca, concludi l’intervista nella maniera che più ti aggrada…..
Gli Alzeimer storici sono stati: Giuseppe Brancato, Ciro Incontro, Antonio Arcidiacono e Michele Caruso. Tantissimi musicisti talentuosi hanno militato con noi a rotazione. Nessuno tra queste persone ha mai abbandonato la musica. Chi più chi meno è rimasto colluso con questa forma d'arte meravigliosa.
Dopo anni ho deciso di rendere ancora vivo questo ricordo, che chi ha suonato con gli Alzeimer porterà sempre nel cuore. Un giorno mi sono imbattuto in alcuni vecchi album fotografici e mi sono detto: "Perchè non creare la pagina Facebook e far riaffiorare il ricordo. Ho poi pubblicato on line i brani, così chiunque voglia rimembrare o semplicemente abbia voglia di tuffarsi in progetti nati più di 20 anni fa ha la possibilità di farlo. Su Itunes in primis è possibile trovare i brani a cui è stato fatto un leggero mastering ma con il fascino di quegli anni.
Beppe, ti ringrazio per questa intervista. Mi hai fatto andare indietro nel tempo facendomi ricordare con piacere  tanti annedoti di questa dotata ma sottovalutata band sicula.
Ciao a tutti e stay hard, stay heavy!


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