Las Cruces – Ringmaster (BrainTicket, 1998)


Zeppelin goes doom metal? Perchè no.. Band portata alla ribalta dalla label americana Brain Ticket Records di proprietà del chitarrista dei Solitude Aeternus John Perez, i Las Cruces, provenienti dal bacino d'utenza metallico texano, si immolano anima e corpo sull'altare del metallo sacrilego, dimostrando d'essere fedeli adepti del nero culto per antonomasia, per dare vita ad un escursus musicale pervaso da torrenziali scorribande in territori blues rock, arpeggi di derivazione psicadelica, e porzioni legate a retaggi heavy dark.
Ne scaturisce un album che, naturalmente, si muove lungo quella sottile linea di confine che travalica il doom metal dallo stoner rock più puro ed integerrimo, ereditando dal primo quella propensione per le scansioni ritmiche visionarie e sincopate, mentre i riff pachidermici e le dilatazioni magmatiche dal secondo.

Sommo maestro cerimoniere di questa sinfonia mefistofelica, è sicuramente lo screamer Mark Zammaron, il cui timbro vocale ricorda quello di un Robert Plant in preda a deliri  mistico/demoniaci, degnamente supportato da una band che innalza uno snervante wall of sound che ha nelle note di “Cascades of Phantom”, che sfiora i confini con lo sludge, l'acida “Killer kane”, un pugno assestato allo stomaco, e la più canonica, “Human Form”, slowly doom metal tradizionale, i suoi cardini imprescindibili.
Disco da riscoprire
(Beppe Diana)
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